Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

venerdì 6 aprile 2012

Incantesimi leghisti, magia nera e streghe padane

E ora salta fuori che la famigliola del Bossi coltivava pure la magia nera, e che il Bossi, invece di avercelo duro, era solo un pagliaccio floscio manovrato dall'interno da 2 streghe (ma mica per dire: streghe che facevano la magia nera).
Ora: in effetti, vien da dire... qualcosa di magico, qui c'è senz'altro. Ed è la protervia sorda e cieca con cui il leghista medio non vuole vedere a che gentaglia ha dato fiducia: niente da fare!
Non bastava la truffa della banca della Lega, che ha derubato i militanti lasciandoli con un palmo di naso; non bastava l'alleanza di ferro di Bossi con il boss ex "mafioso", non bastavano i mille maneggi a fini personali di anni e anni di Governo... non bastavano le badanti arraffone e i figli parassiti... no, non basta mai. I militanti della Lega non si arrendono all'evidenza del fango nemmeno se gli ci metti il naso dentro.

Sembra che il fango piova solo da fuori, e il governo è sempre di qualcun altro, anche se il mazzo l'hanno stretto loro per decenni. "Su di me, solo fango": dice una certa tizia orribile, che si chiama Rosi Mauro. E se nel fango ti ci rotoli dentro, cosa pensi di ritrovarti addosso? ma le domande logiche qui non interessano a nessuno.

Comunque, qui vorrei bisbigliarlo a gran voce al mondo, chiaro e tondo: non tirate fuori la solita misoginia, che si risolve nella solita caccia alle streghe (cioè nel solito ritornello delle solite donne stronze che rovinano i soliti uomini ingenui).
La lega è un verminaio bello e buono, lo è sempre stato, e nella Lega chi comanda è bugiardo e ladro: uomini e donne, pari sono. Si piacciono, si scelgono e si meritano l'un l'altro, e fanno star male tutti dallo squallore; senza remissione. E voi popolo della Lega siete trattati da popolo bue, ma scusate sembra che è proprio quello che volete. Sembrate proprio il popolo bue più testardo del mondo.

giovedì 5 aprile 2012

Dov'ero andata fino adesso? e l'art. 18 a che punto è?

Mi sono accorta di non esserci stata per un pezzo. Tutto nel frattempo ha proseguito regolare. In questo preciso momento, a quanto pare, mentre riatterro sul mio blog dopo un giretto nell'interspazio, la notizia del giorno è la riforma del lavoro, che finalmente approda a una definizione. Tutti contenti, tutti soddisfatti, secondo alcuni; tutto il contrario, secondo altri.
Bla bla, ma c'è una cosa che non sento dire mai: l'art. 18 è (sarebbe) sacrosanto, quello che NON va bene è il costume che ha ingenerato da tempi immemorabili, di sostenere carrozzoni e corruttela.
Chissenefrega di cosa dice una mosca? ma proprio per questo lo posso dire: il giusto concetto di reintegro in caso di "ingiusto licenziamento", è ingiustamente abusato per impedire i licenziamenti di assenteisti, corrotti e profittatori.
L'etica del lavoro è una cosa seria, e va salvaguardata da parte di tutti.
Mi spiegate perché dei giusti principi devono essere utilizzati (e dunque svuotati!) per tenere in piedi reti di corruzione? sistemi clientelari in cui posti di lavoro ipergarantiti sono dati, in cambio di favori, ad "amici" che si impegneranno ad ampliare la rete dei favoritismi: professionisti del parassitismo che (protetti anche dall'art. 18) non dovranno temere di perdere il lavoro nemmeno se in flagranza di reato? Mi spiegate perché di questo non si parla mai - se non marginalmente e in episodi lasciati immediatamente cadere, come se il parlarne danneggiasse "la causa dei lavoratori"?
E mi spiegate perché anzi, nonostante ciò avvenga ampiamente anche nel privato, proprio il settore pubblico, dove questa perversione impazza liberamente, non viene nemmeno lontanamente messo in discussione?
E davvero un sospettino non viene a nessuno, riguardo al perché sono tanto larghe le maglie che lasciano sguazzare in  Istitutì come Inps e Inail pletore di falsi malati  e falsi invalidi..?
Boh... bah! bzzbbzzzz.