Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

giovedì 5 aprile 2012

Dov'ero andata fino adesso? e l'art. 18 a che punto è?

Mi sono accorta di non esserci stata per un pezzo. Tutto nel frattempo ha proseguito regolare. In questo preciso momento, a quanto pare, mentre riatterro sul mio blog dopo un giretto nell'interspazio, la notizia del giorno è la riforma del lavoro, che finalmente approda a una definizione. Tutti contenti, tutti soddisfatti, secondo alcuni; tutto il contrario, secondo altri.
Bla bla, ma c'è una cosa che non sento dire mai: l'art. 18 è (sarebbe) sacrosanto, quello che NON va bene è il costume che ha ingenerato da tempi immemorabili, di sostenere carrozzoni e corruttela.
Chissenefrega di cosa dice una mosca? ma proprio per questo lo posso dire: il giusto concetto di reintegro in caso di "ingiusto licenziamento", è ingiustamente abusato per impedire i licenziamenti di assenteisti, corrotti e profittatori.
L'etica del lavoro è una cosa seria, e va salvaguardata da parte di tutti.
Mi spiegate perché dei giusti principi devono essere utilizzati (e dunque svuotati!) per tenere in piedi reti di corruzione? sistemi clientelari in cui posti di lavoro ipergarantiti sono dati, in cambio di favori, ad "amici" che si impegneranno ad ampliare la rete dei favoritismi: professionisti del parassitismo che (protetti anche dall'art. 18) non dovranno temere di perdere il lavoro nemmeno se in flagranza di reato? Mi spiegate perché di questo non si parla mai - se non marginalmente e in episodi lasciati immediatamente cadere, come se il parlarne danneggiasse "la causa dei lavoratori"?
E mi spiegate perché anzi, nonostante ciò avvenga ampiamente anche nel privato, proprio il settore pubblico, dove questa perversione impazza liberamente, non viene nemmeno lontanamente messo in discussione?
E davvero un sospettino non viene a nessuno, riguardo al perché sono tanto larghe le maglie che lasciano sguazzare in  Istitutì come Inps e Inail pletore di falsi malati  e falsi invalidi..?
Boh... bah! bzzbbzzzz.

1 commento:

  1. per me, sono d'accordo. Ti lascio un commento apparso su un forum del Corriere, secondo me ci azzecca parecchio. Ciao Andrea

    alberto's Lunedì, 05 Marzo 2012
    art. 18 per federica
    "cara Federica, non è una consolazione ma, purtroppo, sei in buona compagnia. Il sistema italiano, tanto difeso dai sindacati, è una trappola per i più deboli. Infatti la maggioranza schiacciante dei lavoratori non è tutelata e, quando licenziata per motivi di mercato o per il fallimento dell'azienda, si ritrova con un pugno di mosche. Nel nostro paese non esiste un sistema di reinserimento assistito dei lavoratori, chi resta a casa s'arrangia. Quindi se tu lavori in una grande azienda e rubi, dormi sul lavoro, timbri e poi vai al bar ecc. non sarai mai licenziato, le sentenze di reintegro si sprecano(ecclatante quella dei dipendenti Sea che rubavano dalle valigie e poi reintegrati). Se invece appartieni alla maggioranza dei lavoratori normali sei senza paracadute. Non parliamo dei contratti a termine, cococo, iterinali ecc.. Nei paesi civili licenziare si può, in germania se uno ruba o è assenteista sono gli stessi sindacati che lo cacciano dalla fabbrica. Se però perdi il lavoro per crisi aziendale o altro hai diritto all'assistenza sia finanziaria( per tutti i lavoratori) sia per il reinserimento in altre realtà lavorative. Qui invece, come hai potuto constatare sulla tua pelle, nessuno ha mosso un dito, non per non farti licenziare, se la tua ditta non ha più lavoro e danaro non ci sono alternative, ma per l'aiuto economico e, soprattutto, per la ricerca di una nuova sistemazione lavorativa. Qui bisogna arrangiarsi, i sindacati non stanno lottando per i lavoratori con la difesa dell'art. 18, ma per la loro sopravvivenza. E' la loro linea Maginot, se cade anche questo sono finiti. Hanno fatto una politica sbagliata, difendere l'indifendibile, ed ora ne stiamo pagando le conseguenze. Tutti questi contratti che governano il lavoro dei nostri giovani sono stati creati ad arte per aggirare la mostruosità dell'art. 18, bello nelle intenzioni, disastroso nella realtà. Mi ricordo quando Prodi promulgò un legge che obbligava le farmacie ad avere solo personale laureato. Avevo amici che facevano gli inservienti da anni nelle farmacie e, dalla sera alla mattina, si sono ritrovati per strada e 40/50 anni. Parliamo di migliaia di posti di lavoro, hai mai sentito qualche sindacalista che ha parlato in difesa di queste persone?
    Questa è l'italia, ci sono persone che fanno fatica con lo stipendio da parlamentare, sindacati che non sono obbligati a presentare un bilancio e dipendenti senza tutele che nessuno ha interesse ad aiutare".

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